IL NATALE IN CAMPAGNA ALL’INIZIO DELLO SCORSO SECOLO

I primi racconti dei nonni sui zampognari annunciavano l’arrivo del Natale. Era l’unico periodo dell’anno in cui i bambini ricevevano particolari attenzioni infatti non era usanza festeggiare compleanni od onomastici. Fino ai primi anni degli anni ’50 i doni li portava la befana mentre ninnoli e dolciumi si ricevevano la sera della vigilia con il rito della battitura del ceppo di natale.

Il ceppo di natale era un ceppo di legno che veniva scavato all’interno, la sera della vigilia veniva messo nel fuoco del camino ed i bambini cominciavano a sperare…..se il fumo usciva copioso dalla cavità i bambini ricevevano molti doni altrimenti iniziava il ritornello “Non sei mica stato buono se il fumo esce poco”. Per tradizione il fuoco non si doveva spegnere prima che il ceppo non fosse completamente bruciato. Dopo la lunga cena della vigilia inizia per grandi e piccoli il divertimento. I bambini colpivano con un lungo bastone il ceppo incitati dai grandi che senza farsi vedere gettavano dall’alto ad ogni colpo caramelle, cioccolata, mandarini e frutta secca ma anche patate crude e carbone.

Com’era da tradizione la serata si concludeva con la tombola rigorosamente senza premi.

Molte erano le tradizioni che giravano attorno alla festa di natale oltre quella del ceppo.

Per esempio la tovaglia bianca ed il filone di pane che venivano usati per la sera della vigilia non andavano tolti fino alla fine del pranzo di Natale. L’uomo più anziano della famiglia incideva una croce con un coltello su una estremità del filone di pane. Questo pezzetto di pane veniva conservato nella dispensa fino alla vigilia del natale successivo quando sarebbe stato servito al pranzo di natale anche ai cani e gatti del podere mischiato ad una zuppa di ceci. Era anche usanza riempire un piatto con del grano e tenerlo sul tavolo per tutta la cena fino al mattino successivo quando veniva dato alle galline…..del resto Gesù bambino nasceva anche per gli animali.

ceppo

 

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