LA PAZZIA SENILE – RAGIONAMENTI VAGHI E DILETTEVOLI A TRE VOCI MISTE (1607)

Il 16 novembre dalle ore 20:00 la commedia madrigalesca e la cucina barocca

LA PAZZIA SENILE
Ragionamenti vaghi e dilettevoli a tre voci miste (1607)
di Adriano Banchieri

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DELKA TRIO
Giuseppe Puopolo, tenore
Fabrizio Giovannetti, tenore
Simone Atzori, basso

Delka Trio
Trio romano di recente formazione costituito da Giuseppe Puopolo, pianista, direttore d’orchestra e compositore, Simone Atzori pianista e cantante, Fabrizio Giovannetti cantante. Questo gruppo nato attraverso una lunga ed incessante pratica del canto corale restringe il proprio repertorio all’epoca barocca utilizzando sempre la formula del canto a cappella.

L’opera
L’azione, cantata sia in italiano che nei dialetti tipici dei vari personaggi, veneto, bolognese e bergamasco, racconta dell’amore non corrisposto dei “vecchi” Pantalone e Graziano per Lauretta e Doralice, che si chiude, dopo un alternarsi di situazioni comiche e momenti lirici, con la sconfitta dei “poveri vecchi pazzi” ed il matrimonio di Doralice col suo giovane innamorato.
Adriano Banchieri (1561-1634), monaco olivetano bolognese, compositore, organista e teorico, fu uomo di cultura eclettica: oltre all’abbondante produzione musicale di vario genere, sia teorica che pratica, si dedicò con profitto alla letteratura: sua è la famosa novella di “Cacasenno”, continuazione del “Bertoldo e Bertoldino” di G.C. Croce; di non poco conto inoltre è la sua produzione dialettale bolognese. È ovvio pertanto che si trovasse a proprio agio in un tipo di composizione che richiede sia il musicista che il letterato faceto. Mentre abbracciando il nuovo genere del “madrigale rappresentativo” si dimostra innovatore, dal punto di vista musicale, per contro, il Banchieri è un conservatore, e si riallaccia alla grande tradizione polifonica dei madrigalisti cinquecenteschi, disdegnando, anche nelle opere successive, di cimentarsi col nuovo genere monodico che si affermerà nei primi decenni del seicento.
Il madrigale rappresentativo
Il Banchieri scrisse la “Pazzia senile” negli ultimi anni del cinquecento: nella sua semplicità questa “commedia madrigalesca” rappresenta una tappa importante nella storia della musica, essendo uno dei primi esempi di sovrapposizione dei due generi: la commedia, appunto, ed il madrigale, forma musicale di grande diffusione durante tutto il Rinascimento. Sintesi, quindi, tra musica e teatro prima dell’arrivo del melodramma e dell’opera barocca.
Il madrigale è un componimento musicale su un testo poetico caratterizzato da una scrittura a più voci (normalmente da tre a cinque). E’ la principale forma per la musica vocale profana del Rinascimento, e si distingue per il suo carattere elitario e adatto a rappresentare i sentimenti, le passioni e gli “affetti”. L’esecuzione è affidata a pochi solisti: l’immagine tipica è quella dei cantori che leggono dai rispettivi libri attorno ad un tavolo, per il proprio piacere e quello di una ristretta cerchia di amici. Essa può essere realizzata “a cappella” (ovvero con le sole voci) o, a scelta degli esecutori, essere accompagnata da strumenti che raddoppiano le linee melodiche delle voci o ne eseguono rielaborazioni e variazioni.
Il madrigale rappresentativo fiorisce dalla fine del ‘500 ai primi decenni del ‘600: anch’esso non è destinato alla scena, ma al piacere di esecuzioni private. Il testo è drammatico (nel senso che descrive una azione scenica, con presenza di dialoghi, personaggi ecc.), e la musica è qui piegata a descrivere il carattere dei vari personaggi e sottolineare le azioni ad essi connesse. Tra gli autori più celebrati di questo genere ricordiamo, oltre al Banchieri, Orazio Vecchi e Alessandro Striggio.

 

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